Salute e manutenzione della piscina

Trattamento acqua piscina in 5 facili passi

Siamo pronti ad usare in tutta sicurezza la nostra piscina?  Abbiamo sicuramente effettuato la mautenzione straordinaria dell'impianto di ponpaggio ed esaminato lìintegrità del filtro ma come siamo messi con la qualità e pulizia dell'acqua?

Vediamo di fare un minimo di chiarezza insieme e stabilire qualche punto fisso a riguardo, in modo che possiate vivere con più tranquillità il primo approccio alla vostra nuova piscina!

Trattamento acqua piscina, da dove cominciare?

Così avete riempito per le prima volta la vostra piscina. Vi sembra bella e limpida giusto? Beh, vi raccomando di fargli una bella foto finché potete, perché da qui a poco, se non interverrete puntualmente per la pulizia e il trattamento dell’acqua, la qualità dell’acqua cadrà presto in picchiata, fino a resituirvi poco più di uno stagno dall’aspetto sgradevole!

Spesso si sottovaluta questo aspetto ma l’acqua che usiamo per riempire la piscina viene sempre da una fonte con determinate caratteristiche, magari l’acqua della vostra città è acida, scura, molto dura e calcarea o addirittura torbida a causa di innumerevoli particelle.Sfortunatamente, a meno che non abbiate intenzioni di importare qualche migliaio di litri d’acqua da un posto lontano, non ci sono molte soluzioni a questo fatto.

Un buon approccio potrebbe essere quello di infromarsi con i dovuti test sull’acqua che state per immettere in piscina prima che questa venga immessa e poi testate l’acqua della piscina a profondità differenti, poiché le caratteristiche di sospensione potrebbero variare.

Il primo vero e proprio approccio con la chimica del trattamento acqua piscina lo avrete con il controllo del pH, che è sempre il primo elemento da valutare, in quanto, dalla correttezza del suo livello dipende l’efficacia dei trattamenti successivi: se il pH è sbagliato i vostri interventi di disnfezione non funzioneranno.

Dal corretto livello del pH, dunque, dipende gran parte della chimica della piscina. Il corretto livello di pH cade in una stretta fascia di valori tra 7.4 e 7.6. Se siete così fortunati da avere già valori del pH stabili ( raro ma possibile ), allora non dovete fare niente. La maggior parte delle piscine, però, ha eccessi di alcalinità e necessita di un intervento con un riduttore di pH ( la necessità di alzare il pH è decisamente più rara ). Seguendo le istruzioni specifiche del prodotto bisogna aggiungerne all’acqua finché il pH non si è stabilizzato a livelli ottimali ( si dovrebbe tenere monitorato il livello per i 2 – 3 giorni seguenti per capirlo ).

Una volta sistemato il pH, si può passare al nucleo più importante del trattamento acqua piscina la disinfezione o sanificazione. Il prodotto in assoluto più utilizzato per svolgere questa funzione è, senza alcun dubbio il cloro. In parte perchè si presenta in forme molto comode all’uso ( pastiglie solide, polvere, cloro liquido ), in buona parte perché è economico e disponibile praticamente ovunque.

La prima cosa da fare è la cosiddetta clorazione schock o superclorazione o clorazione d’urto. Si tratta semplicemente di una disinfezione che utilizza concentrazioni di cloro molto più alte del normale ( circa il doppio di solito,  10-15  gr/m3. Questo trattamento è il “colpo iniziale” che porta la chimica della vostra piscina sui giusti binari da seguire. Durante la clorazione schock occorre anche mantenere attiva più a lungo del solito l’impianto di filtrazione ( in questo modo il trattamento si diffonde meglio ed evitare la balneazione ( di solito per 2 o 3 giorni, fin quando il valore del cloro libero è superiore a 1 ppm ).

Consigli sulla clorazione schock

  • Per la clorazione schock si può utilizzare sia un dicloro al 55-60%, molto solubile oppure il più lento tricloro al 90%. Il primo rilascia solo il 55% di cloro utile, il secondo invece il 90%.
  • Mai gettare il cloro direttamente in vasca se la piscina è rivestita con liner o con superfici resinose o verniciate. Anche versandolo negli skimmer si deve fare attenzioni, i granuli del tricloro non si sciolgono velogemente e possono danneggiare le parti interne.
  • Disciogliere il cloro in un secchio prima di buttarlo in acqua, in questo modo si evitano molti dei possibili danni sopra esposti.
  • La clorazione d’urto è utile non solo quando si apre la piscina ma, in generale, quando l’acqua della piscina risulta molto sporca o contaminata.

Un passo ulteriore nella direzione della piscina perfetta è controllare la durezza dell’acqua e l’alcalinità.

L’alcalinità (TAC ) ha un legame stretto con il pH e al variare di uno, solitamente varia anche l’altro, è importante da controllare perché impatta fortemente sulla manutenzione dei filtri, delle pompe oltre che sul pH stesso.Può anche creare incrostazioni sul rivestimento della piscina. L’alcalinità è determinata da vari composti chimici presenti in acqua: anidride carbonica, carbonati, bicarbonati e idrati.

Un livello di alcalinità buono è compreso tra 80 e 125 ppm ( misurabile da buona parte dei test kit standard ). Ci sono vari prodotti in commercio per aumentare o abbassare l’alcalinità. Per elevarla, comunque, si può utilizzare anche un semplice bicarbonato di sodio.

Una durezza dell’acqua troppo elevata è un fatto negativo che si può ripercuotere, ad esempio, su alcuni componenti interni della piscina come le guarnizioni, le bocchette e altri elementi facilmente attaccabili dal calcare.

La durezza dell’acqua

  • La durezza dell’acqua ( TH )è dovuta in generale alla presenza in essa di calcio e magnesio ( il primo in percentuali usualmente superiori ). La durezza dell’acqua si confronta con alcuni concetti chiave:
  • Durezza totale, o propriamente detta, può essere espressa in gradi francesi ( 1°F=10 mg/l CaCO3 ) o gradi tedeschi  (1°D=10,0 mg/l CaO). I valori di durezza corretti sarebbero compresi tra 15 e 50 °F che corrispondono a 8 e 28 gradi tedeschi.
  • Durezza temporanea, è legata alla presenza di idrogenocarbonati. A seguito dell’ebollizione tale presenza svanisce per la formazione di un precipitato solido di carbonati di calcio e magnesio e cessa di dare il suo contributo alla durezza totale, da cui la sua temporaneità.
  • Durezza permanente è quella che persiste dopo l’ebollizione dell’acqua, dovuta soprattutto alla presenza di cloruri, solfati e nitrati di calcio e magnesio.

Per correggere la durezza dell’acqua ci sono prodotti appositi, per ridurre il calcare e i metalli in acqua si possono utilizzare prodotti come i sequestranti.

Come ultima cosa, occorre mettere un po’ di alghicida. Molte persone credono che l’alghicida sia solo uno strumento di riparazione, da usare solo quando si vedono le alghe: questo però è un grosso errore. L’alghicida preventivo va utilizzato anche e soprattutto come prevenzione per evitare l’insorgenza di alghe visibili. Se si si riscontrano problemi con la fformazione delle alghe è consigliabile aggiungere l’alghicida ogni settimana. In caso di acqua torbida anche dopo interi cicli di filtrazioni si può utilizzare un chiarificatore o altro.

Tipi di alghicida
Esistono diverse tipologie di alghicidi in commercio:

  • Quelli a base di rame possono bloccare la crescita di alghe e sono particolarmente efficaci contro quelle color senape o verdi. Questa tipologia è non schiumogena, il che è un bel vantaggio, ma  se non utilizzati correttamente possono provocare macchie sulla superficie dell’acqua. Non possono essere utilizzati in piscine che sfruttano la disinfezione a sali biguanidi.
  • Gli alghicidi quat o polyquat sono formati da ammonio quaternario anzichè da rame e hanno un funzionamento diverso, questi prodotti hanno meno possibilità di macchiare la piscina. Se si hanno già avuti problemi con i metalli è meglio utilizzare questa tipologia. La tipologia quat può però provocare schiuma, mentre il polyquat, più costoso, evita questo inconveniente.

Controlli finali
Le due settimane successive a queste operazioni servono per controllare che tutto funzioni correttamente e quindi occorre testare i valori principali, come cloro e pH, molto di frequente con gli appositi test a gocce o pastiglie. Dopo questo periodo, si può essere più sicuri che il trattamento acqua piscina abbia fatto il suo effetto e che si possa procedere con una manutenzione standard dell’acqua. Ora siete pronto a godervi la vostra piscina!

Questo articolo è stato tratto dal "Blog Piscine," un esaduente e interessantissimo blog sulla manutenzione e l'uso della tua piscina.

Durante la visita presso il nostro punto vendita saremo a vostra disposizione per consigli e suggerimenti!